mercoledì 27 marzo 2013

Tenebre


Sto seduto in una piccola stanza, la sera scende lentamente in una delle mie città preferite, dove oggi solo una manciata di persone festeggiano la nostra Pasqua. Ma anche se la celebrassero, non sentirei più la liturgia di mercoledì sera della Settimana Santa, le Tenebrae, che dopo il Concilio Vaticano è scomparsa dalla tradizione, tanto che anche la maggior parte dei cattolici non ne hanno mai sentito parlare.

Sto cercando ossessivamente le città, la cui popolazione è stata cambiata, i cui vari secoli di storia sono solo ricordati da una sinagoga in rovina, una chiesa fortificata sassone della Transilvania, una vuota cattedrale polacca. Il ricordo delle Tenebrae è il buio che discende in silenzio mercoledì sera. Fin dai tempi gregoriani, a quest’ora si accesero le quindici candele sul candelabro triangolare, a quest’ora si cantarono i quindici versi selezionati dei Salmi e Vangeli, che illustravano con dei disastri consecutivi, ben noti a ciascuno dalla sua propria vita, l’oscurità dell’anima umana, e annunciavano l’oscurità dispiegata dalla liturgia nei seguenti tre giorni. Dopo ogni strofa hanno estinto una candela, e dopo la quindicesima tutta la chiesa è caduta nelle tenebre.

• si fecero tenebre quando mi hanno crocefisso
• il segno con cui il mio amico mi ha tradito era un bacio
• uno dei miei discepoli mi tradirà oggi, anche se ha immerso la mano con me nel piatto
• mi avete detto che siete pronti a morire per me, e non avete potuto svegliare un’ora con me


È già cinquanta anni che anche le stesse Tenebrae si sono estinte, io non le ho mai sentite vivo. Il suo ricordo è conservato, oltre il buio che discende mercoledì sera, anche da quelle composizioni rinascimentali, tra cui il più noto sono le Tenebrae di Tomás Luis de Victoria, contemporaneo di Santa Teresa d’Ávila. Ma se già parlo di cose nascoste e dimenticate, preferisco mostrarvi la meno nota versione di Charpentier, che mi piace di più nella presentazione di Gerard Lesne. Ma dato che il CD è adesso lontano molte centinaie di chilometri da me, lo includo nella presentazione del Le Parlement de Musique, ormai in buio completo, solo alla luce dello schermo del portatile.


Marc-Antoine Charpentier (1643-1704): Tenebrae factae sunt, cantato dal Le Parlement de Musique

Tenebrae factae sunt, dum crucifixissent
Jesum: et circa horam nonam exclamavit
Jesus voce magna:
Deus meus
ut quid
me dereliquisti
si fecero le tenebre mentre crocifiggevano
Gesù: e circa alla nona ora esclamò
Gesù a gran voce:
Dio mio
perché
mi hai abbandonato

lunedì 18 marzo 2013

Segni

Abbiamo fotografato in molti luoghi le etichette di saracinesche lasciate qui dalla Monarchia Austro-Ungarica, che cospargono con i piccoli segni inosservati di una ampia e vivace rete di una volta le città dell’Europa dell’Est. Abbiamo notato i prodotti delle officine del magnano di Praga, Vienna e Budapest anche a Czernowitz, Leopoli e Żółkiew.

Stranamente era precisamente a Budapest, la più visitata da noi, dove non le ho ancora molto viste. Fino ad oggi, quando, passeggiando davanti alla saracinesca del Lumen Café, cortesemente tirata giù al livello degli occhi.

Sándor Árkai (1841-1910) deve aver avuto una società fiorente. La sua officina ha prodotto le inferriate delle porte e finestre per il Municipio di Szeged, ristrutturato in stile neo-barocco nel 1883, così come i lavori di metallo e le serrature per mobili per la Camera di Santo Stefano nel Castello di Buda, terminata nel 1900.

Árkai Sándor, Budapest, Csengeri utza 42

Disegno per un getto di ferro
Sándor Árkai, maestro fabbro imperiale e reale, Budapest.
A Kecskemét, 16 giugno 1897

domenica 17 marzo 2013

Gente del deserto


Iran è come un grande piatto, in cui però non si versa la zuppa in mezzo. Le piogge cadono sulle montagne che circondano l’altopiano iraniano, facendole diventare verde e fertile, e creando una delle più antiche civiltà agricole del mondo. All’interno però non piove mai, e i grandi fiumi che corrono giù dalle montagne, dopo aver raggiunto la pianura, ben presto disperdono e scompaiono nell’immenso deserto che copre il centro del paese.

Ma finché c’è acqua, c’è vita. Gente vive anche ai margini del deserto, irrigando la terra dalle ultime, sottili strisce di acqua, pascolando capre e pecore, aspettando alle carovane che attraversano il deserto. Foto di Ahmad Kavousian del 1975.


Kayhan Kalhor (kamance): شب کویر (Shab-e kavir, Notte nel deserto, 6:15). Dal CD شب، سکوت و کویر (Shab, sokut ve kavir, Notte, silenzio e deserto)



martedì 12 marzo 2013

Lettere persiane


«Come si può essere persiani?» domanda Montesquieu. «Come si può studiare persiano?» mi si domanda a volte.

Il francese dell’Oriente. Per mille anni, la lingua della cultura da Istanbul attraverso il Caucaso fino a India, e in molti luoghi ancora lo è; senza di esso non si può penetrare al di là di un certo punto in questo mondo. La lingua della poesia più pura: i poemi persiani sono strutturati dalla musicalità della lingua a tal punto che sono praticamente intraducibili, e ogni tentativo è solo un prosaico estratto del loro contenuto. La lingua della musica: la musica persiana di due e mezzo mille anni è altrettanto sofisticato, potente e coinvolgente come la musica classica europea. La lingua di una straordinaria cultura visuale, della quale, a parte delle miniature, anche i film e foto iraniani fanno testimonianza. Di un paese multinazionale, multiculturale, bellissimo e isolato, della dimensione di un quarto d’Europa, dove solo questa lingua apre le porte e le persone, ma questo li apre davvero.


Kayhan Kalhor (kamance) ed Erdal Erzincan (saz): Gulnîshan (7:01)
Canzone popolare curda, eseguita dallo strumentista del classico kamance persiano Kalhor, e il suo compagno frequente, il turco Erzincan, come un’illustrazione delle molte culture dell’Iran. Dal concerto tenuto nella Sala Vahdat di Teheran.


storia
Müteferrika in Iran
Sir Gore Ouseley e il Trattato di Gulistan (1813)
Sándor Kégl’s Persian journey
I viaggi persiani di Ármin Vámbéry
Persian travel sketches by Fedor Karacsay
Nasreddin Shah in Hungary, 1889
Ahmad Mirza, the little prince (1909-1925)
Ahmad Mirza on the bridge of sirat
Paraphrase of the Shahnameh, 1943
Beard fashions in Iran
Elections and manifestations in Iran, 2009
It’s winter

luoghi
The chariot of time on Isfahan’s main square
Bicycles in Isfahan
The faces of Kashan
Palazzi dell’epoca Qajar a Kashan e a Shiraz
Abyaneh, the Red Village
Ashura ad Abyaneh
Moschea di villaggio in Abyaneh
Nomadic butter churn in Abyaneh
Masouleh, 1975
The Persian desert
Gente del desertoA mineral world
Vaults of Yazd
Zoroastrian towers of silence
The tomb of Queen Esther in Hamadan
The Bakhtiari village of Sar Agha Seyyed
Bakhtiari tents
Khaled Nabi’s cemetery
Gorgan: Turkoman shepherds and the village of Ziyarat
Ruinous hammam in Kerman
Cave dwellings in Kandovan
Tehran, Behesht-e Zahra cemetery
Beggar’s fiddle from the Museum of Music
First day in the school in Mazandaran and Tehran
Tabriz, the city of treasures
Conquering the Savalan Mountain
Armenian monasteries in Iran
Chiese armene nell’Iran
“Shepherd’s church” facing the Armenian cemetery of Julfa
The Armenian quarter in Isfahan
Damghan, birthplace of the demijohn?
Qajar influences in 19th-c. Tiflis

natura
Spring poppies in the Zagros
Imperial crowns in the Zagros
Conquering the Savalan Mountain
traduzioni di poesia
Mehdi Akhavan Sales: Comets and nights
Sohrab Sepehri: Direction
Omar Khayyam: The eternal secret
Mehdi Akhavan Sales: It’s winter
Hafez: From the blood of my heart
Malek o-Sho'arâ Bahâr: Dawn bird
Hushang Ebtehaj: As strangers
Shahram Nazeri: Spring lily
Fereidoun Moshiri: Trust in the spring
Sohrab Sepehri: Village

musica
The power of Persian music
Bakhtiari folk music: Cheshme-ye Kuhrang
Masoud Bakhtyari: Tey tum rah
Mahsa & Marjan Vahdat: Gol-e lâle
Mohsen Namjoo: Name
Hojjat Ashrafzadeh: Jam-e vasl
Hossein Alizadeh - Kayhan Kalhor - Mohammad Reza Shajarian - Homayoun Shajarian: Zemestân ast
Kayhan Kalhor: Night in the desertSoheil Nafisi: Hame-ye faslân-e donyâ
Mohammad Reza Lotfi: Vatanam Iran
Sahrab Tolouie: Tango perso
Shahram Nazeri: Lâle-ye bahâr
Shajarian – Kalhor – Alizadeh: Morgh-e sahâr
Bijan Kamkar & Mastan Ensemble: Gharibâne
Soheil Nafisi: Shahâbhâ va shabhâ
Hossein Alizadeh: Horizon
Sepa va dopa. Dance from Lorestan
Asita Hamidi: Dokhtar-e Buir Ahmadi
Freidoun Poorreza – Hossein Hamidi: Naz Bedashteh
Davood Azad: Rumi + Bach
foto
Hamid Khurshidi: Shepherds in Gorgan
Alieh Sâdatpur: Bicycles in Isfahan
Shahram Sharif: Iranian fragments
Ehsan Amini and Hamed Masoumi
Ahmad Kavousian: Masouleh 1975
Ahmad Kavousian: Gente del desertoNasrollah Kasraian: The desert
Alieh Sâdatpur: Bakhtiari tents
Hamid Khurshidi: First day in the school in Mazandaran
Ali Rafiei: First day in the school in Tehran
Mohammad Javad Martabi: The village of Ziyarat
Abotaleb Nadri: Brick-making children
Ali Majdfar and Ardeshir Soltani: Khaled Nabi’s cemetery
Mansure Motamedi: Flower-sellers in Tehran
Omid H. Hassan: Tehran in Budapest

miniatura
Paraphrase of the Shahnameh
A cup of tea from Isfahan
Persian Jewish bride and bridegroom portrait

motivi
Butterfly and candle
Bird
Imperial crown and tulip
Bear cub

lingue e culture iraniane
Villaggio tat nel Caucaso
Lahij, the village of Persian border guards
Lingue del Pamir
Persian architecture in Tiflis
The market in Kabul
Poppy fields in Afghanistan

altro
A train to Persia
Venite con noi nell’Iran!
30 (and more) reasons to visit Iran
Happy new year, Persia
Persian cuisine
Iran’s secret language, the Russian
The “five stones” game in Persia
Sufi
The origin of sin


domenica 10 marzo 2013

Memoria

Negli ultimi giorni i portali di notizie hanno commemorato in debita estensione il sessantesimo anniversario della morte di Stalin, le reazioni internazionali, i funerali e le commemorazioni all’estero; non c’è nulla da aggiungere, oltre a quello abbiamo già scritto. Ma intorno a Stalin sono morti anche altri, la cui morte e sepoltura è stata molto meno pubblicizzata. Li ricordiamo all’anniversario.

Nessuno sa con certezza quante persone sono state uccise durante la Grande Purga di Stalin, ma la cifra è stimata in più di un milione. Durante il periodo di punta nel 1937-38, la polizia segreta ha giustiziato più di mille persone al giorno. Queste foto mostrano otto vittime nelle ultime settimane o giorni della loro vita. Le foto originali sono sopravvissute nel (Servizio federale di sicurezza) e GARK (L’Archivio di Stato della Republica Autonoma di Crimea). Le copie sono state fornite dall’associazione internazionale Memoria di Mosca. Novecento di esse sono state pubblicate all’anniversario, avendo stabilito l’identità di ogni persona, nell’album La Grande terreur en URSS 1937-1938 da Tomasz Kizny e Dominique Roynette, Losanna, Éditions Noir sur Blanc, 2013.

Nikolai Vasiliyevich Abramov: Russo; nato nel 1890 nel villaggio di Lukerino village, Oblast’ di Mosca; istruzione elementare; non membro del partito; capogruppo di kolchoz; residenza: Lukerino. Arrestato il 5 ottobre 1937. Condannato a morte il 17 ottobre 1937. Giustiziato il 21 ottobre 1937.

Aleksandra Ivanovna Chubar: armena; nata nel 1903 a Artemivsk, Oblast’ di Donetsk, Ucraina; istruzione superiore; non membro del partito; consulente del Commissariato del Popolo dell’Industria Leggera; residenza: Mosca, Casa dei Soviet 1, appartamento 227. Arrestata il 4 luglio 1938. Condannata a morte e giustiziata il 28 agosto 1938.

Aleksei Zheltikov: russo, nato nel 1890, fabbro presso le officine della metropolitana di Mosca. Giustiziato il 1 novembre 1937.

Boris Nikolayevich Rozenfeld: ebreo russo; nato nel 1908 a San Pietroburgo; istruzione superiore; non membro del partito; ingegnere presso la società Mosenergo; residenza: Mosca, Malaya Nikitinskaya 16/105. Arrestato il 31 gennaio 1935. Condannato a cinque anni di carcere. Prigionero del complesso di campi Byelomoro-Baltisky, Carelia. Trasportato dal campo a Mosca il 12 aprile 1937. Condannto a morte e giustiziato il 13 luglio 1937. Riabilitato nel 1990.

Gavril Sergeyevich Bogdanov: russo; nato nel 1888 nel villaggio di Aminevo, Oblast’ di Mosca; istruzione primaria; non membro del partito; operaio; residenza: Aminevo. Arrestato l’8 agosto 1937. Condannato a morte il 19 agosto 1937. Giustiziato il 20 agosto 1937. Riabilitato nel 1989.

Vasily Semyonovich Kurenkov: russo; nato nel 1886 nel villaggio di Faleleyevo, Oblast’ occidentale; istruzione primaria; non membro del partito; operaio di kolchoz; residenza: il villaggio di Polozovo, Oblast’ di Mosca. Arrestato il 10 agosto 1937. Condannato a morte il 19 agosto 1937. Giustiziato il 21 agosto 1917. Riabilitato nel 1989.

Semyon Nikolayevich Krechkov: russo; nato nel 1876 nel villaggio di Ponizove, Oblast’ di Mosca; istruzione secondaria; non membro del partito; prete ortodosso della chiesa del villaggio di Bykovo; residenza: via Perednyaya, Bykovo. Arrestato il 1 novembre 1937. Condannato a morte il 15 novembre 1937. Giustiziato il 25 novembre 1937. Riabilitato nel 1989.

Marfa Ilichna Ryazantseva: russa; nata nel 1866 a Makhachala, Oblast’ di Tver; senza istruzione; non membro del partito; in pensione; residenza: Mosca, Meshchanskaya 1, 62/26. Arrestata il 27 agosto 1937. Condannata a morte l’8 ottobre 1937. Giustiziata il 11 ottobre 1937. Riabilitata nel 1989.

sabato 9 marzo 2013

Caucaso


Georgia
Venite con noi a Georgia, 2016
Come with us to Georgia, 2015
Sette giorni nella Georgia
Praise of Georgia
Georgia minute by minute
Dmitry Ermakov, photographer of the Caucasus
Santa Nino e la conversione della Georgia
Santa Tamar, Regina della Georgia
St. George’s Day in Sighnaghi
Carneval georgiano: la berikaoba

Tbilisi
Tbilisi, the city in-between
People in Tbilisi
A coffee in Tbilisi
The Metekhi Church
Il martirio di Santo Abo
La moschea tatara
Graffiti
Felicità a Tbilisi
La diga di Lenin sul Kura
Il quartiere Zahesi
Il mare a Zahesi
Alexander Roinashvili, Georgia’s first photographer. 1. The photographer2. L’etnografo
Flood of the Kura, 1893
Il dirottamento aereo del 1983

Kutaisi
Mosaic of
Kutaisi

Kutaisi si sveglia
Old photos from Kutaisi

Regioni Svaneti & Racha
La terra delle canzoni dimenticate
In the valley of the Inguri
On the roof of Europe: Ushguli
Un viaggio d’inverno su a Ushguli
The rooster is crowing in Svaneti
Una marsrutka nell’alba giù dalle montagne
Il giorno di San Giorgio a Nikortsminda

Regione Imereti
Gelati, monasterio reale
La strada per il monastero di Katskhi
Ropeways in Chiatura and the Katskhi Monastery
Pastore in Imereti

Regione Samtskhe-Javakheti
Rabati, il vecchio centro di Akhaltsikhe
Storia degli ebrei di Georgia
Una chiesa armena convertita in un forno ad Abastumani (also here)
Centenary of the Armenian genocide
Un centrale idroelettrico da prigioni tedeschi e ungheresi

Regione Mtskheta-Mtianeti
Along the Georgian military road
Monuments along the Georgian military road
Dinosaurs on the church of Gergeti
Inizio della scuola nel villagio di Makarta

Regione Kakheti
Pedaggio di carnevale al fiume Alazani

Regione Tusheti
Tusheti. Su un’altro tetto del mondo

Abkhazia
Traditional blacksmith’s workshop

Armenia
Armenia minute by minute
Come with us to Armenia
Lecture: The Armenian Middle Ages in one hour
Immagini armene, 1977
L’alfabeto armeno
Echmiadzin: Documenti del Patto di Gulistan (1813)
The movies of Artavazd Pelechian
Slaves of God. The Molokans of Syunik
Demonstration in Garni
The acoustics of the church of Bjni
Il monasterio di Sanahin nell’inverno
The medieval cemetery of Noratus
Vanadzor, the valley and the mountains

Armeni nella Georgia
Una chiesa armena convertita in un forno ad Abastumani (also here)
Centenary of the Armenian genocide

Armeni nell’Azerbaigian
The destroyed Armenian cemetery of Julfa

Armeni nella Turchia
Lezk: Fortress of King Ara
Mussa Dagh, la montagna della resistenza

Armeni nell’Iran
Medieval Armenian monasteries in Iran
Chiese armene nell’Iran del nord
The Armenian quarter of Isfahan
Armenians and Azeris in Iran

La diaspora armena
Armeni in Ungheria
La fine della mostra armena
Lemberg/Lwów/Lviv
Pasqua armena a Leopoli
Armenian house, Lemberg, Russian Street 4.
Armenians in Kamenetsk-Podolsk
Uccello armeno a Venezia
Chiesa armena in Simferopol
Armenian church in Singapur

Azerbaigian
Come with us to Azerbaijan!
The satyrical journal Molla Nasreddin (1906-1930)
Le foto di Prokudin-Gorskij dall’Azerbaigian
Essad Bey, the mysterious Azeri prince
The Katyusha in Azerbaijan
A rich Noruz table
Permission to feast Noruz, 1967
Children’s paintings for Noruz
Azerbaijan in the Eurovision
Azerbaijan in Budapest
Azeri dancers in Budapest
Documenti del Patto di Gulistan (1813)
Le foto di Rena Effendi in Maramureș, 2013
Life along the Baku-Ceyhan pipeline. Photos by Rena Effendi
Crossing the border to Azerbaijan
Mountain Jews in Azerbaijan
Su uno dei tetti del mondo: Xinaliq
Road to Xinaliq
Lahigi, il villaggio degli artigiani tat
A visit to Lahij
Le ragazze azere e i matrimoni da favola
Sardegna 1959 – Azerbaigian 2015
Amulett against evil eye: the nazar

Baku
Noruz nel centro storico di Baku
Santiago de Baku. Growing up in Azerbaijan
The hot autumn of 1989 in Baku
Demolition of the old Baku
Pictures of Baku, 2015
Sándor Kégl’s Azeri friend, 1889
Wine selection in Baku

Karabakh
Shusha, la città delle meraviglie

Azerbaigian iraniana
Tabriz, the city of treasures
Savalan, the peak of Iranian Azerbaijan
Armenians and Azeris in Iran

Caucaso del Nord
Ingush report
Clan towers
Ernest Chantre in the Caucasus