giovedì 12 settembre 2013

Orientalista in abiti dervisci

Ármin Vámbéry in abito di derviscio, dopo il ritorno dal suo viaggio nell’Asia Centrale,
fotografato in uno studio di Londra

Quattro anni fa eravamo in grado di illustrare solo con questa foto il post dedicato a Mullah Ishak, il giovane theologo di Khiva, che divenne un discepolo di Ármin Vámbéry, quando quest’ultimo ha viaggiato per l’Asia centrale mascherato da derviscio. Tanto che quando Vámbéry finalmente si è smascherato a Costantinopoli, Ishak ha deciso di seguirlo anche alla Frengistan infedele, e divenne bibliotecario dell’Accademia Ungherese delle Scienze. È morto in Ungheria, e la sua tomba nel cimitero rurale di Velence è divenuto una sorta di sito di pellegrinaggio segreto per gli orientalisti ungheresi.


Solo recentemente abbiamo trovato nel numero 1864/3 della rivista Az Ország Tükre (Lo Specchio del Paese) la litografia fatta poco dopo il loro ritorno a Pest, che rappresenta anche il Mullah vicino a Vámbéry seduto in abiti dervisci. I suoi occhi vivaci e brillanti allegramente contrappuntano la posa tetra di Vámbéry, riflettando il suo spirito intraprendente, e spiegando perché Vámbéry gli indirizzava le sue lettere come a quel mascalzone del Mullah tartaro.




Non è per caso che abbiamo trovato la rivista appunto ora. Tre anni fa, quando ho presentato la nostra pagina web sul più grande iranologo ungherese, Sándor Kégl – vi ricordate, l’uomo con il gatto –, composta dal materiale della Collezione Orientale della Biblioteca dell’Accademia Ungherese delle Scienze, dopo la presentazione mi si è fatta la domanda: visto che stiamo sistematicamente pubblicando l’eredità dei più grandi viaggiatori ungheresi all’Oriente, Ibrahim Müteferrika, Sándor Kőrösi Csoma, Aurél Stein, Sándor Kégl, Dávid Kaufmann – vedere l’elenco completo qui –, quando toccherà allo studioso, che è forse il più noto fra  di loro a livello internazionale per il suo incredibile dono per le lingue, e soprattutto per le sue molte facce. Ora ne è venuto il tempo.


Domani sarà il centenario della morte di Ármin Vámbéry, il povero precettore ebreo e noto professore universitario, diplomatico e derviscio, un amico personale del sultano turco, dello scià persiano e del primo ministro britannico, il fondatore delle ricerche orientali nell’Ungheria. Domani alle cinque, alla conferenza internazionale tenutasi nella Biblioteca dell’Accademia Ungherese delle Scienze, presenteremo il sito web preparato dalla sua eredità conservata nella Collezione Orientale, che illustrerà, se non tutte, almeno una dozzina delle sue molte facce. Dopo la presentazione pubblicheremo il link qui in basso, e poi dedicheremo alcuni posts speciali al materiale incluso e non incluso nel sito. Venite, ascoltate, tornate a leggerci.


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