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Il francese dell’Oriente. Per mille anni, la lingua della cultura da Istanbul attraverso il Caucaso fino a India, e in molti luoghi ancora lo è; senza di esso non si può penetrare al di là di un certo punto in questo mondo. La lingua della poesia più pura: i poemi persiani sono strutturati dalla musicalità della lingua a tal punto che sono praticamente intraducibili, e ogni tentativo è solo un prosaico estratto del loro contenuto. La lingua della musica: la musica persiana di due e mezzo mille anni è altrettanto sofisticato, potente e coinvolgente come la musica classica europea. La lingua di una straordinaria cultura visuale, della quale, a parte delle miniature, anche i film e foto iraniani fanno testimonianza. Di un paese multinazionale, multiculturale, bellissimo e isolato, della dimensione di un quarto d’Europa, dove solo questa lingua apre le porte e le persone, ma questo li apre davvero.
Kayhan Kalhor (kamance) ed Erdal Erzincan (saz): Gulnîshan (7:01)
Canzone popolare curda, eseguita dallo strumentista del classico kamance persiano Kalhor, e il suo compagno frequente, il turco Erzincan, come un’illustrazione delle molte culture dell’Iran. Dal concerto tenuto nella Sala Vahdat di Teheran.
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