L’Iran non appartiene alle mete turistiche alla moda. È una grande fortuna, perché se la straordinaria bellezza del paese, la sua civiltà urbana, l’ospitalità della gente, la moltitudine dei monumenti storici, la musica e l’arte sofisticata, e la grande cucina iraniana fossero ampiamente conosciuti, non potremmo fare un passo dai molti turisti, e non potremmo invitare i nostri lettori a dei tour esclusivi come questo, con il quale cominciamo di percorrere l’Iran.
Cominciamo, dico, perché l’Iran è un paese enorme. Duemilacinquecento chilometri da un angolo all’altro, e allora abbiamo fatto un solo percorso. E allo stesso tempo un paese molto vario, con tante attrazioni, dallo splendore floreale della primavera nelle montagne curde agli incredibili colori del deserto di Kerman, dalle città millennarie ai caravanserragli delle strade di seta, dalle tribù nomadi ai basar secolari dove nella primavera le tribù portano giù in corteo colorato i tappetti tessuti nella montagna durante l’inverno. Per vedere tutto questo, dobbiamo tornare un paio di volte. Durante il nostro primo tour, tra il 22 ottobre e il 1 novembre, viaggeremo lungo l’asse storico centrale della Persia, la catena delle città antiche da Teheran a Persepoli.
Soheil Nafisi: همه فصلن دنیا Hame-ye faslân-e donyâ, «Tutte le stagioni del mondo». Dall’album ترانهای جنوب Tarânehâ-ye jonūb, «Canzoni del Sud» (2010). Già citato in questo post favorito insieme con la foto di Alieh Sâdatpur.
Il nostro aereo parte il 22 ottobre a mezzogiorno da Vienna, e arriva via Istanbul a tarda sera all’aeroporto internazionale a sud di Teheran, da dove subito andiamo in autobus a noleggio a Kashan, a due ore di distanza. Infatti, il giorno dopo è la più grande celebrazione religiosa dell’Iran, il giorno di Ashura, e una volta che abbiamo questa fortuna, è meglio assisterla in una città tradizionale, come la città di caravanserraglio millennaria, Kashan. Oltre alla serie di celebrazioni, processioni e cerimonie pubbliche che comprendono tutta la città, ci divaghiamo nel centro storico costruito di argilla, visitiamo le case mercantili storiche, e la sera ceniamo in una casa da tè tradizionale accanto al giardino safavide di cinquecento anni, un sito del patrimonio mondiale. Il nostro alloggio sarà in una vecchia casa mercantile, trasformata da dei giovani managers in una guest house in stile tradizionale (ne scriveremo di più insieme con un’intervista).
Il 24 ottobre, sabato facciamo un’escursione di autobus alle montagne a sud di Kashan. Passeremo accanto al centro di arricchimento dell’uranio di Natanz (fotografare è severamente vietato, ma guardare no), ci fermiamo alla moschea trecentesca di Natanz, costruita dai khan mongoli, e poi arriviamo a Abyaneh, il Villaggio Rosso. Passeggiamo nella cittadina e nei dintorni, facciamo un pic-nic al torrente (dove il nostro amico Hamid, il proprietario dell’albergo locale ci porterà il pranzo sul dorso del suo asino), e nel pomeriggio torniamo a Kashan. Visitiamo il bazar di Kashan – che era chiuso ieri per la cerimonia –, e la sera facciamo una cena persiana insieme con Farshad, il giovane manager curdo della guest house.
Il 25 ottobre, domenica mattina andiamo in autobus a Isfahan, a due ore di distanza, fermandosi presso alcune belle viste e villaggi tradizionali. Isfahan è la città più bella dell’Iran, e per secoli ne era anche la capitale. In questa giornata e quella seguente visitiamo la città. Dal nostro albergo nel centro raggiungiamo attraverso l’enorme bazar la piazza principale, considerata dagli storici dell’arte come una delle dieci più belle piazze del mondo. Visitiamo la Moschea dell’Imam, decorata con le piastrelle blu degli artigiani armeni, la millennaria Moschea del Venerdì, vaghiamo nel quartiere ebraico di ottocento anni, il più grande centro ebraico dell’Iran, e attraversiamo il ponte Si-o-se, cioè Trentatre Fori, per vedere il quartiere armeno dall’altra parte del Zayande, cioè il Fiume Vivificante. Visiteremo dei giardini e palazzi persiani, proveremo il tentativo senza speranza di passare attraverso tutto il bazar, vedremo tappetti nomadi, ceniamo in vecchie case da tè, ascoltiamo concerti tradizionali.
Il 27 ottobre, martedì mattina andiamo in autobus a Yazd, la città caravanserraglioi ai margini del deserto. Ci immergiamo nel labirinto della città vecchia costruita di argilla, che è ancora più arcaica di quella di Kashan. Visitiamo caravanserragli ancora in lavoro, moschee secolari, case mercantili, santuari. La religione zoroastriana dell’antica Persia – che era tollerata dall’islam come una «religione del libro» – ha il maggior numero di seguaci a Yazd, quindi visiteremo santuari zoroastriani e «torri del silenzio» al di fuori della città, dove si esposero i corpi dei defunti affinché non contaminassero gli elementi sacri della terra, acqua e fuoco. Avremo cena in un caravanserraglio tradizionale, e il giorno seguente facciamo una escursione in autobus alla parte più bella del deserto dell’Iran, che qui è un parco nazionale.
Il 29 ottobre, giovedì andiamo in autobus a Shiraz. Questa è la pista più lunga del nostro viaggio, circa 400 chilometri, ma lo facciamo in autostrada, e ci fermiamo più volte a bellezze naturali, monumenti storici, e prima di tutto a Persepoli, la capitale dell’antica Persia, magnifica anche nelle sue rovine. Lì offrirò un tour di storia dell’arte molto dettagliato fra gli edifici, rilievi e tombe reali ben conservati. Nel tardo pomeriggio arriviamo a Shiraz, dove in quel giorno e la mattina dopo visitiamo la città vecchia, il bazar, le bellissime moschee e case mercantili. Nel pomeriggio si torna con volo interno a Teheran.
Nel nostro ultimo giorno, il 32 ottobre riassumiamo le nostre impressioni a Teheran. Nella capitale giovane, fondata nel 1790, non ci sono molti monumenti storici, così cammineremo nel centro moderno, faremo un pic-nic nel Parco Taʿbiat, presso il più grande ponte pedonale del mondo, aperto nell’anno scorso, e la sera avremo la nostra cena di addio a mille metri più in alto, sotto le montagne e vicino a un ruscello, in una casa da tè tradizionale del quartiere bohémien del Darband. Il nostro volo parte nel primo mattino, e arriviamo via Istanbul a Vienna verso mezzogiorno.
Sull’Iran e sulla cultura persiana abbiamo già scritto molto in río Wang, e scriveremo ancora di più, in particolare sui luoghi che intendiamo visitare. I post su Persia si raccolgono nel post Lettere persiane, tornate a visitarlo regolarmente. E se siete curiosi di qualcosa, ditecelo. Siamo felici di scrivere dei posts anche su ordine.
La quota di partecipazione, che comprende gli alberghi con la prima colazione (metà di una camera doppia), gli autobus a noleggio e a lunga distanza, il volo interno da Shiraz a Teheran, e la guida di uno storico dell’arte che parla persiano e conosce la cultura iraniana, vale a dire, di me, è 700 euro. A questo si aggiunge il prezzo del biglietto aereo (Vienna–Istanbul–Teheran e ritorno è ora 330 euro, ma naturalmente potete prendere il volo più conveniente per voi), e il costo del visto iraniano, che è di circa 100 euro. Il termine dell’applicazione è il 20 agosto, giovedì, alla solita e-mail wang@studiolum.com.
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