domenica 2 agosto 2015

Cartoline rosa 25


Mittente: Károly Timó, 1º Reggimento di Marcia
Indirizzo del mittente: Compagnia Martini, Plotone Bányay
Posta militare 350

CARTOLINA DI CAMPO

Indirizzo: All’Egregia Signorina Antonia Zajác
3º distretto, via Kis-Korona Street 52.
Budapest





Cartoline precedenti (puntini grigi):

Galizia, 25 luglio 1915
Galizia, 14 luglio 1915
Galizia, 12 luglio 1915
Galizia, 6 luglio 1915
Galizia, 25 giugno 1915
Galizia, 10 giugno 1915
Debrecen, 5 giugno 1915
Budapest, 1 giugno 1915
Budapest, 1 marzo 1915
Budapest, 10 febraio 1915
Kecskemét, 30 gennaio 1915
Dukla Pass, 11 gennaio 1915
Felsőhunkóc, 4 gennaio 1915
Sztropkó, 31 dicembre 1914
Budapest, 23 dicembre 1914
Budapest, 21 dicembre 1914
Budapest, 11 dicembre 1914
Budapest, 2 dicembre 1914
Budapest, 28 novembre 1914
Budapest, 27 novembre 1914
Budapest, 18 novembre 1914
Budapest, 27 ottobre 1914
Debrecen, 25 settembre 1914
Szerencs, 28 agosto 1914
Mio caro figlio2 ago

Oggi ho ricevuto la tua tanto attesa cartolina, che ho aspettato con ansia per tanto tempo. Perchè scrivi così raramente? Sembra che ti sentivi bene a Siófok, perché non mi hai mandato nemmeno una cartolina di là, anche se ti ho chiesto. Ma questo non è un problema, spero che da ora lo farai. La cosa principale è che ti sei sentita bene. Io sono ancora bene, ma non vedo l’ora di vederti. Che cosa fa tua madre, è in buona salute? E Veronka e Mariska stanno bene? Ancora nessuna notizia su Feri?

Anche Stefán ha scritto in questa settimana, hanno poco lavoro. Di Kozma e Béla non ci sono notizie. Non hanno scritto nemmeno a loro per lungo tempo.

Per ora non ho altre notizie.

Innumerevoli abbracci e baci da
Károly.

Saluti anche alla gente a casa.

Scrivimi un sacco.



[Numero rotondo. La venticinquesima cartolina rossa all’indirizzo di via Kiskorona 52, a Óbuda, al nord-est di Budapest.

La strada esiste ancora, anche se il tempo ci ha compiuto il suo lavoro incessante.

Andiamo dunque, almeno nell’immaginazione, al luogo, a via Kiskorona, a dove le cartoline rosa erano indirizzate.

Dettaglio della mappa di Budapest, 1:5000

La strada si trova sul lato di monte di via Lajos, che corre parallela alla riva del Danubio. Si ramifica da via Lajos al Királydomb (Collina del Re). Prima si chiamava Kronen Gasse, che fu poi tradotto come Kiskorona (Piccola Corona). La via finiva al lato occidntale della piazza del Santo Spirito, verso via Polgár. In certe epoche tutta la strada o una parte di essa portava il nome del pittore martire Adolf Fényes. (La Collina del Re era una strana formazione. Una collina alta solo pochi metri, con giardini e case stretti che scendevano radialmente dal suo centro. Tra il 1930 e il 1941 gli scavi hanno portato alla superficie l’anfiteatro dei soldati di Aquincum, che era crollato sotto di loro.)

Anche se questa strada non era tanto importante come via Lajos, la strada principale di Óbuda, tuttavia aveva un sacco di piccoli ristoranti, botteghe artigiane, e la famosa fabbrica tessile Goldberger. La via Perc (Minuto), che attraversava via Kiskorona, ha ricevuto il suo nome dagli artigiani del quartiere, i «Mister Minit» del periodo.

Come Ernő Zórád trasformò nei suoi acquarelli il vecchio quartiere del Tabán in una bella collina soleggiata con piccole strade tortuose, così fu idealizzata Óbuda, insieme a via Kiskorona, da Gábor Kássa.

Gábor Kássa: Via Kiskorona

Del numero 52 non abbiamo nessun’immagine, solo della terza casa accanto ad essa. La foto di via Kiskorona 58 deve mostrare una casa simile a quella che scomparì senza lasciare traccia. Perché sarebbe stata differente?


Alla fine degli anni cinquanta e sessanta questa Óbuda era già completamente fatiscente, in modo che non avrà provocato troppa angoscia a distruggerla. I bulldozer sono partiti. Solo una riserva di un piccolo gruppo di case rimase intatto attorno l’ex piazza Korona. L’immagine qui sotto mostra la casa ristrutturata come Museo di Ristorazione, e quella accanto ad essa, nella cui finestra lo scrittore Gyula Krúdy posava per la sua famosa foto. A destra si vede il Club Civile di oggi, e ancora a destra, già lasciando la foto, la casa e atelier di Gyula Knöpfler, il fotografo della strada, la quale fu promossa in una casa per anziani.

Piazza Korona vista da un appezzamento del blocco di appartamenti devastato

Oggi al posto dei numeri pari si vedono interminabili blocchi di appartamenti a dieci piani, e in quello dei numeri dispari, alcune rovine. Nel 14º secolo la regina Elisabetta, vedova del re Carlo Roberto d’Angiò e madre del re Luigi il Grande, fondò qui il convento delle Clarisse Povere. Oggi qui si trovano solo i resti appena visibili.

Stando in piedi su queste mura recentemente innalzate si può immaginare dietro quegli alberi quella casa non esistente, il non plus ultra dei sogni.

P.S. Sì, lo so bene, l’attrezzo nella pittura di sopra non è un bulldozer.]

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