giovedì 14 aprile 2016

Elettrificazione


Zahesi quartiere. Il suono del nome del complesso residenziale sovietico, stabilito nella periferia nord-occidentale di Tbilisi al supporto della centrale idroelettrica, suggerisce antiche origini georgiane. Tuttavia, il nome non è né antico, né georgiano. In realtà si tratta dell’acronimo russo per Земо-Авчальская ГЭС (гидроэлектростанция), vale a dire, «Zemo Avchala Centrale Idroelettrica», costruita negli 1920 per realizzare il sogno di Lenin, il Piano GOELRO per l’elettrificazione di tutta la Russia Sovietica.



Il potere sovietico più l’elettrificazione è comunismo. Le otto navi ammiraglia del grande piano sono state designate in tutto il paese. Una di loro fu aggiudicata alla Giorga, in parte per industrializzare la città più grande del Caucaso, e in parte per controllare il fiume che ha spesso inondato la città. La posizione della centrale idroelettrica fu designata direttamente sopra Tbilisi, dove il fiume Kura entra in città, al di sopra del millennario villaggio Avchala, che diventa una parte di Tbilisi e un quartiere industriale sovietico solo nel 1962, e per oggi, una deserta città fantasma. È vero che il bacino idrico della centrale, e, per quanto appare sulle vecchie mappe, anche la diga apparteneva al molto più significativo Mtskheta. Sotto questa città, la sede della Chiesa georgiana, il fiume Aragvi, che scende dalle montagne del nord, scarica nel Kura, che viene dal sud. Oggi, come risultato dello sbarramento, essi costituiscono un magnifico ramo per la città, anche se ne hanno tagliato alcune delle strade più basse lungo il fiume.


Nel periodo però sarebbe stato impensabile dare il nome di un centro ecclesiastico a una centrale idroelettrica, specialmente se l’ulteriore anche portava il nome di Lenin, come tutte le prime otto centrali. Era già preoccupante che, se piaceva a loro o no, la chiesa più antica della Georgia, di Jvari, cioè Santa Croce, costruita nel 7º secolo, dominava la diga dal vicino monte. Era sicuramente per un contrappeso visuale che nel 1927, dopo il compimento della centrale, si è eretta una statua monumentale di Lenin vicino alla diga, uno dei primi monumenti di Lenin nel paese.

La statua fu progettata dallo scultore Ivan Dmitrievich Shadr (per il suo nome originale, Ivanov, 1887-1941), le cui qualità artistiche e l’impegno rivoluzionario era sopra ogni sospetto. Prima del 1917 ha studiato a Parigi, dove era un seguace di Bourdel e Rodin, e dopo il 1917 ha strettamente collaborato con Lenin sulla realizzazione della «propaganda monumentale» prevista da quest’ultimo. La statua di Lenin progettata vicino alla ZAGES è un ramo importante dell’iconografia di Lenin che si sta consolidando proprio in quel momento, il prototipo del «Lenin che mostra», che sarà seguito da migliaiai di varianti in tutto l’impero. Il tipo è stato ulteriormente reso popolare dalle illustrazioni che propagavano l’immagine della centrale idroelettrica in tutto il paese, come ad esempio le stampe di Ignatij Nivinskij, o l’affresco monumentale di Vasilij Maslov, recentemente scoperto nella Casa Bolscevica nel quartiere Korolev di Mosca.

Ignatij Nivinskij: Monumento a Lenin alla ZAGES, stampa, 1927

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Negli cento anni passati, tanta acqua scorreva giù nel Kura. La centrale idroelettrica s’invecchiò, e lo stato georgiano, che non ha i soldi per la ricostruzione, l’ha venduta nel 2007. Il nuovo proprietario, GeoInCor la opera solo a intermittenza. Dai due insediamenti che ne portano il nome, dal complesso residenziale Zahesi e dal quartiere industriale Avchala, fuggono i residenti. Il primo a scomparire era lo stesso Lenin, la cui statua è stata rimossa nel 1991. Il piedistallo vuoto è misericordiosamente coperto dagli alberi che crescono di anno in anno. Se si ferma a un certo punto della strada Mtskheta-Tbilisi, e nella piccola foresta si guada tra l’erba gambaletto alla riva del Kura, si vedrà, che dopo un breve interludio, il fiume e la montagna hanno riconquistato il loro millennario regno sul paesaggio.



L. Utesov: Suliko, anni 1930

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