
Tornati dall’Azerbaigian, il confronto con la Sardegna, quella di cui ho parlato nel post precedente a proposito del bellissimo libro di Carlo Bavagnoli, è stato inevitabile. Le foto scattate a Xinaliq sono mie. Xinaliq era il luogo più desiderato del viaggio. Ne avevo letto nel bellissimo Figli di Noè di Monika Bulaj, la straordinaria viaggiatrice e fotografa polacca a cui a Milano nel mese scorso è stata dedicata una mostra personale che abbiamo come è ovvio visitato, e visto il suo documentario Figli di Noè.
Si arriva a Xinaliq dopo chilometri percorsi in un ambiente naturale straniante e l’emozione è stata fortissima. Mi sono apparsi scorci mozzafiato e il resto, le persone e le case, si sono svelate poco a poco. Xinaliq mi è rimasta nel cuore e vorrei se possibile tornarci. Tornerò sicuramente in Sardegna: qualcosa del mondo ritratto nel libro di Bavagnoli, è rimasto. Nell’attesa sfoglierò entrambi i libri, riguarderò le nostre fotografie trovando nuove analogie. Le foto scattate a Xinaliq non sono foto rubate. Tra i soggetti e me c’è stato un gioco di sguardi. E gioco forza, di silenzi.

Nessun commento:
Posta un commento