


Il pezzo, lungo solo cinque o sei minuti, si compone di sei movimenti, sei danze separate. Il 1 Jocul cu bâtă (Danza con bastone) è stato raccolto da due zingari – un violinista e un suonatore di viola popolare – a Mezőszabad/Voiniceni, il 2 Brâul (Ruota) e il ballo in coppia 3 Pe loc (Battere i piedi) da un suonatore di zufolo a Egres/Igriș, il 4 Buciumeana (Ballo di Bucium) con un tempo di tre quarti da un violinista zingaro a Bucsony/Bucium, il 5 Poarga românească (Polka rumena) da un violinista rumeno in Belényes/Beiuș, come anche il veloce ballo in coppia 6 Mărunțelul (Passaggi brevi).

Diverse centinaia di versioni di questo pezzo sono disponibili sul web. La complessità e diversità delle strutture ritmiche all’intoerno dello stretto ritmo di base, il rapido alternarsi dei diversi stili di danza, le melodie dell’Europa dell’Est e persino più orientali hanno ispirato molti adattamenti, e molte culture e popoli hanno sentito come proprio le danze rumene del compositore ungherese. Tramite queste versioni è diventato una sorta di melodia errante, similmente alla melodia ottomana già presentata, la quale è stata adottata da tutti i popoli dall’Anatolia attraverso i Balcani al Mediterraneo. Di seguito presentiamo alcune di queste versioni. *
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La versione originale per pianoforte, interpretato da Bálint Vázsonyi (1936-2003) con altrettanta energia, come le danze originali dovevano suonare.
La trascrizione per violino e pianoforte nella similmente potente presentazione di Oliver Colbentson (1927-2013) e Erich Appel.
La banda zingara Rajkó, Budapest, 2004
Il Klezmer All Star Clarinet Gang, 2006. Trascrizione del mandolinista, Avi Avital
L’Atem Saxophone Quartet, Civitanova, Marche, 20 agosto 2011
Il Macedonia Clarinet Quartet
L’argentino Brian Caballero su bandoneone
Liu Fang (pipa = liuto cinese classico) e Michael O’Toole (chitarra). Waterford Cathedral, 29 settembre 2008
Ma Xiaohui (erhu = violino cinese classico a due corde) e Tim Ovens (pianoforte). Sanghai
La fanfara italiana Ottomanìa, una versione piene di soluzione originali, Roma, Palazzo Barberini, 19 giugno 2011. (YouTube non permette di inserire il video, che si può vedere nel loro sito.)
Due presentazioni di bambini prodigio dall’Estremo Oriente, da Korea (Shin Sihan, violino, Jan Hoitjink, pianoforte) e una bambina giapponese di otto anni, che tutt’e due interpretano con una sensibilità geniale questo pezzo di una cultura lontana.
E infine una versione orchestrale all’Accademia di Musica di Budapest, nella presentazione dell’Orchestra Danubia condotta da Domonkos Héja, dove prima di ogni movimento il Gruppo Muzsikás suona la versione originale con le proprie decorazioni. Il video di sopra è l’introduzione del Muzsikás con i primi due movimenti, mentre quell di sotto è la versione orchestrale con il resto.
Il Klezmer All Star Clarinet Gang, 2006. Trascrizione del mandolinista, Avi Avital
L’Atem Saxophone Quartet, Civitanova, Marche, 20 agosto 2011
Il Macedonia Clarinet Quartet
L’argentino Brian Caballero su bandoneone
Liu Fang (pipa = liuto cinese classico) e Michael O’Toole (chitarra). Waterford Cathedral, 29 settembre 2008
Ma Xiaohui (erhu = violino cinese classico a due corde) e Tim Ovens (pianoforte). Sanghai
La fanfara italiana Ottomanìa, una versione piene di soluzione originali, Roma, Palazzo Barberini, 19 giugno 2011. (YouTube non permette di inserire il video, che si può vedere nel loro sito.)
Due presentazioni di bambini prodigio dall’Estremo Oriente, da Korea (Shin Sihan, violino, Jan Hoitjink, pianoforte) e una bambina giapponese di otto anni, che tutt’e due interpretano con una sensibilità geniale questo pezzo di una cultura lontana.
E infine una versione orchestrale all’Accademia di Musica di Budapest, nella presentazione dell’Orchestra Danubia condotta da Domonkos Héja, dove prima di ogni movimento il Gruppo Muzsikás suona la versione originale con le proprie decorazioni. Il video di sopra è l’introduzione del Muzsikás con i primi due movimenti, mentre quell di sotto è la versione orchestrale con il resto.
Le danze nelle originali registrazioni di campo di Bartók, dagli archivi dell’Istituto di Musicolgia dell’Accademia Ungherese delle Scienze. Grazie all’uploader originale, e a Kip W, che ha richiamato la nostra attenzione su di esse.
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