I kits ottocenteschi per uccidere vampiri, preparati per chi viaggiava dall’East Coast degli Stati Uniti ai Carpazi transilvani, sono costantemente alla vendita su eBay, e anche presso la prestigiosa casa d’aste Sotheby’s, per circa 10-14 mila dollari. Non è poco, ma il valore della vita è inestimabile.
Il contenuto dei kits è ricco e vario, dall’aglio, acqua santa, candele sacre e crocifisso per espellere i vampiri fino al palo di legno e il pugnale per la resa dei conti finale, e contiene anche tali armi apocrifi, non menzionati nella letteratura sui vampiri, come la pistola con proiettili d’argento, che originalmente serviva come protezione contro i lupi mannari. Il rosario ha un ruolo particolarmente importante, visto che è stato introdotto nella letteratura dallo stesso romanzo Dracula, e il suo primo uso documentato si lega all’Albergo Re d’Ungheria a Bistritz:
Proprio prima che lasciassi l’albergo, la donna è venuta in camera mia e ha preso a blaterare concitatamente: Dovete voi andare? Oh, giovane «Herr», dovete voi proprio andare? Era in uno stato di agitazione tale che sembrava aver dimenticato quel po’ di tedesco che sapeva, al punto che lo mischiava a un’altra lingua che ignoravo completamente: sono riuscito a seguirla solo chiedendole più e più volte di ripetere. Quando ho detto che dovevo partire subito, che avevo importanti affari da sbrigare, ha insistito: Ma voi sapete quale giorno è oggi? Le ho risposto che era il quattro di maggio. Lei ha scosso la testa, e poi: Oh, sì! Io so, io so bene! Ma sapete voi che giorno è questo? Ho replicato che non capivo a che cosa si riferisse, e lei: E’ vigilia di giorno di San Giorgio. E non sapete voi che a mezzanotte in punto forze malefiche di mondo hanno pieno potere? Voi non sapete dove andate, e verso che cosa?
Appariva in così palesi angustie che ho cercato di confortarla, ma invano, e alla fine si è gettata in ginocchio, implorandomi di non partire, di aspettare almeno un giorno o due. Era una situazione ridicola e tuttavia non mi sentivo affatto a mio agio. Comunque, avevo impegni precisi e non potevo tollerare intralci. Ho fatto quindi per sollevarla, dicendole, con tutta la serietà possibile, che la ringraziavo ma che non potevo rinviare il mio appuntamento, e che dovevo andare. Lei allora si è rimessa in piedi, asciugandosi gli occhi, e si è tolta una crocetta che portava al collo, porgendomela. Non sapevo che fare perché, essendo anglicano, mi era stato insegnato a considerare oggetti simili poco meno che idolatrici, e d’altra parte mi sembrava assai poco gentile opporre un rifiuto a una donna anziana animata da così buone intenzioni e nello stato d’animo in cui trovava. Suppongo che essa mi abbia letto il dubbio in viso, perché mi ha messo al collo il rosario cui era appesa la crocetta, dicendo: Per amore di vostra madre, e se n’è andata.
Tuttavia, stranamente, il pacchetto non contiene nessuno specchio, che sarebbe però lo strumento più sicuro per il riconoscimento dei vampiri in incognito.
Coricatomi, ho dormito solo poche ore e, con la sensazione di non poter dormire dell’altro, mi sono alzato. Avevo appeso lo specchietto alla finestra e ho cominciato a radermi. E d’un tratto, mi sono sentito una mano sulla spalla e ho udito la voce del Conte che mi diceva: Buongiorno. Ho sussultato, stupito com’ero di non averlo visto, dal momento che lo specchio rifletteva l’intera stanza alle mie spalle. Nel sobbalzo, m’ero fatto un piccolo taglio ma non l’ho notato subito. Dopo aver riposto al saluto del Conte, ho girato lo specchio per rendermi conto di come non lo avessi notato. Ma questa volta, impossibile l’errore: mi stava vicino, lo vedevo da sopra la spalla, ma nello specchio egli non si rifletteva! Scorgevo l’intera stanza dietro di me, ma in essa non v’era traccia di creatura umana, a parte me. Era sorprendente e, aggiungendosi a tante altre stranezze, non faceva che accrescere quella vaga sensazione di disagio che avevo sempre provato in presenza del Conte; e proprio in quella mi sono accorto che dalla ferita era uscita qualche goccia di sangue, e che questo mi colava sul mento. Ho deposto il rasoio, volgendomi a mezzo alla ricerca di un cerotto. Come il Conte ha scorto il mio volto, eccone gli occhi accendersi di una sorta di demoniaco furore, eccolo fare un gesto, come per afferrarmi alla gola. Mi sono ritratto, e la sua mano ha sfiorato il rosario cui è appeso il crocifisso. Un subitaneo mutamento si è verificato in lui: il furore è scomparso con tanta rapidità, da farmi dubitare che ci fosse stato. Attento mi ha detto attento a non tagliarvi! E’ più pericoloso di quanto non crediate, in questo paese. Quindi, dato di piglio allo specchio, ha soggiunto: E questo dannato oggetto che ha combinato il misfatto. E’ un lurido strumento di umana vanità. Via!. E, aprendo la pesante finestra con uno strattone solo della mano possente, ha lanciato fuori lo specchio che si è andato a frantumarsi in mille pezzi laggiù, sul selciato del cortile.
Mi chiedo da quale periodo derivano questi kits. La maggioranza di essi sono datati al 1840 e il 1850 su eBay, ma come un post di BS Historian scrive, questo è assolutamente impossibile. Il blog MondoSkepto, citato da lui – e purtroppo da allora scomparso – ha pubblicato una dettagliata analisi del contenuto dei kits, e ha sottolineato, che molti dei loro componenti non possono essere precedenti alla fine dell’Ottocento – dunque, alla vampiromania a seguito della pubblicazione del romanzo Dracula (1897). Certo, oggi un kit di quegli anni sarebbe considerato un pezzo da museo, ma allora si sentiva che aggiungere alcuni decenni di più alla sua età fosse necessario alla sua credibilità.
E la vampiromania non è morta. Nel 2005 un certo Michael de Winter si vantava che era lui a inventare, ancora nel 1970, i pseudo-kits per uccidere vampiri, ma questo è altrettanto inverosimile come la loro attribuzione all’Ottocento, visto che simili kits erano certamente preparati già negli anni 50. È plausibile, però, che lui ha fatto la tipografia di quel pseudo-frontispizio senza un libro, che da allora ha ispirato l’attribuzione di un numero di kits al non esistente professor Ernst Blomberg. E l’industria, come è ovvio o si sospetta da alcuni siti, è ancora fiorente.
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