venerdì 19 luglio 2013

Compagno, la vita non deve essere tanto grigia


La pellicola Карнавал цветов («Carnevale dei Colori») è una curiosità tecnica e storica, prodotta nel 1935 nell’URSS con lo scopo di dimostrare un film a colori sviluppato nel paese, e di promuovere l’uso della tecnica. Come molti altri metodi sperimentali del tempo, differisce da quelli contemporanei, perché utilizza solo due colori, in contrasto ai metodi più recenti e familiari, che utilizzano tre. I due colori scelti dal sistema sovietico sono un rosso vermiglio brillante e un verde turchese, come si vede nell’esempio di sotto.


Essendo una «demo», la Карнавал цветов può permettersi di non preoccuparsi della narrativa, ma si concentra soprattutto sulla dimostrazione del nuovo metodo in un modo che comunica i suoi punti di forza, e minimizza le sue debolezze. Ma anche dimostra le possibilità della nuova tecnica nel contesto dell’industria di pellicola sovietica. La pellicola ci offre quattro опыты («studi») che includono un documentario della parata del 1 maggio sulla Piazza Rossa attornon al 1935, un tipo di «danza popolare» dilettante, e un cinegiornale sul raccolto eccezionale di agrumi nella Georgia sovietica.

Il progetto è stato diretto da Nikolaj Ekk ( Ivakin), che quattro anni prima era stato il regista della Путевка в жизнь («Via alla vita»), che presenta un altro avanzamento tecnico: questo era la prima pellicola sonora sovietica. Questo film notevole è un dramma accattivante e tragica, che presenta la storia di un progetto sociale sovietico degli anni 1930 per trasformare ragazzi adolescenti senzatetto in cittadini-modello sovietici, per mezzo di una communa di lavoro ospitata in un antico monastero. Un protagonista della storia è Mustafa, di nazionalità mari, che viene strappato dalle strade di Mosca, dove la sua vita era una serie di piccoli furti, malizia e violenza. Nel corso della narrativa egli è trasformato da un giovane teppista di strada in un modello eccezionale degli ideali sovietici – e fino alla fine della pellicola, un martire per quegli ideali. Il film chiaramente elude il suo potenzalmente mortificante contenuto ideologico, controbilanciandolo con personaggi brillanti e impressionanti, i cui successi e passi falsi sono abilmente e credibilmente interpretati da un cast di giovani attori non professionali, prefigurando il neorealismo italiano di più di un decennio. La pellicola è stata ampiamente ammirata sia nell’Unione Sovietica che all’estero.


Nel corso del film Mustafa si trasforma da un ragazzo di strada dalla faccia sporca…


…in un difensore degli ideali socialista.

Nell’occidente l’avvento del sonoro sincronizzato alla pellicola alla fine degli anni 1920 sembrava generare una sete per la prossima «big thing», e i primi esperimenti di colore, cinemascope e stereoscopia (3D) si cominciano in quest’epoca. Pellicole a colori erano state già prodotte nell’epoca del film muto, ma l’avvento della pellicola sonora sembrava attizzare un interesse per nuovi approcci tecnici. Qualsiasi sforzo per aggiungere vivacità e «realismo» al cinema – anche se solo il realismo impoverito di queste opere spesso affascinanti, ma primitive – era visto come un’impulso alla vendita dei biglietti. Era in questo periodo che il regista francese Abel Gance ha fatto il suo acclamato «polivisione» spettacolare Napoléon vu par Abel Gance. Ecco qualche altri esempi isolati, scelti a caso, dell’esperimentazione con il colore.

La pellicola The Toll of the Sea (Chester M. Franklin, 1922) è uno dei primi esempi del metodo a due colori negli Stati Uniti, con il protagonista cinese-americano Anna May Wong.


Nel 1926 il pubblico britannico era divertito con una serie di brevi film di viaggio, che esaltavano le virtù della campagna inglese, intitolati The Open Road (Claude Friese-Greene), ed utilizzavano un processo a due colori.


E, durante il periodo in cui ha lavorato per uno studio statunitense, il regista ungherese Pál Fejős ha anche incluso una breve sequenza musicale bicolore nel suo film sonoro Broadway del 1929.


Non dimentichiamo che i colori delle pellicole si cambiano durante il tempo, anche quando i film sono correttamente conservati. Inoltre, il colore si cambia anche durante il processo di trasferimento dal film al video, e poi dal video alla formula digitale (avi rip, la fonte delle nostre illustrazioni). Il pubblico del tempo avrà visto delle immagini che erano molto più nitide e più chiare di queste, e che certamente rendevano più fedelmente i colori originali.


Nel Карнавал цветов un ruolo dell’ideologia è abbastanza chiara: il metodo di pellicola a colori presenta un progresso tecnico, un nuovo step sulla strada dell’avanzamento dell’Unione Sovietica, che la renderà uno stato moderno. E, come di quasi tutta la produzione di film sovietica, il suo ruolo era anche di adulare il potere. Guardiamo queste immagini delle celebrazioni del 1 maggio in Piazza Rossa:



È un po’ difficile da vedere, ma questi cavalli indossano dei leggings rossi!


Vediamo già un filo tematico? Ecco che almeno la selezione dei colori era ideologicamente conveniente.

Ecco qualche altre immagini. Gli accordi di Все выше («Sempre più in alto!») si sentono nella colonna sonora durante alcune di queste sequenze di immagini.


Авиамарш (Авиационный марш военно-воздушных сил РККА) «Все выше!» («Sempre più in alto!» Marcia delle forze aeree dell’Esercito Rosso). Musica: J. Khait. Testo: P. Gherman (1926). Canta. Evgeni Kibkalo, 1958


Il metodo sovietico a due colori era in grado di rendere un marrone decente…


…e un piacevole verde…


…e guardate a quei toni della pelle!


Mentre riguardando la pellicola, ho notato qualcosa di strano. Per la maggior parte di questo filmato, l’uomo in basso a sinistra solo guarda la sfilata; ho pensato che era solo uno della folla.


Ma poi lo vediamo girare bruscamente al cameraman, e fare un gesto con la mano, apparentemente per fermare la ripresa.


In questo filmato sembra di dare un comando verbale, con lo stesso effetto. Il filmato finisce molto rapidamente.


Quest’immagine da un sito biografico russo sembra confermare che l’uomo nell’angolo del filmato è il regista Nikolaj Ekk stesso, facendo sapere al suo cameraman quando iniziare e quando interrompere la ripresa.


Ecco alcuni altri esempi dagli altri «опыты». Vi è una sorta di gioia nostalgica in queste immagini, come se il mondo dell’epoca fosse stato tanto semplice come questa formula di colori. Come le seguenti immagini mostreranno, anche se queste immagini non riescono di rendere un colore preciso, almeno spesso producono un effetto piacevole.

Dalla sezione «Danza popolare»:


E dall’«Autunno nel Sud»:



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