Ieri mi è capitato di essere nel centro vecchio di Praga. Tante volte passo settimane senza andare là; la maggior parte di ciò che ho bisogno la trovo più facilmente vicino a casa. Ma ieri ero là, ho finito la mia faccenda, e sono partito per casa. Cadeva una morbida, leggera neve. Era da tanto tempo che non sono stato vicino al Ponte Carlo (Karlův Most) – in genere preferisco di evitare le folle dei turisti. Adesso però ho pensato di passare Ponte Carlo, per vedere com’è in questa bella nevicata di pomeriggio.
Oggi c’erano pochi turisti. Il gennaio di per sé li tiene a casa, e il maltempo spesso li caccia dalle strade. Cigni remavano sull’acqua fredda della Vltava, gabbiani galleggiavano senza sforzo nell’aria, chiamandoci con strilli penetranti. Le statue del Ponte Carlo, famosi per il loro nero e oro, hanno anche aggiunto bianco al loro guardaroba.
Una giovane coppia ha fatto l’augurio tradizionale, gettando una moneta nel fiume là, dove il 20 marzo 1393 Giovanni Nepomuceno è stato gettato in acqua, con la lingua tagliata, per aver fatto arrabbiare Re Venceslao.
Un turista stava dando da mangiare patatine fritte ai gabbiani.
Era tranquillo e freddo. I cristiani abbrividivano e imploravano Dio come sempre nella loro piccola cella sorvegliata dal grasso, indifferente turco. Mentre attraversavo l’isola Kampa e stavo avvicinandomi all’albergo U tří pštrosů (Ai tre struzzi), dove nel 1714 l’armeno Deodat Ramajan ha venduto il primo caffè in Boemia, anch’io sentivo di aver bisogno di riscaldarmi. Mi sono diretto verso il caffé più vicino per assaggiare la meravigliosa invenzione di Ramajan.
Trio Bayanistov (А. И. Кузнецов, Я. Ф. Попков, А. Ф. Данилов): Дунайские волны, 1940
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