Ancora cadrà la pioggia sui tuoi dolci selciati, una pioggia leggera come un alito o un passo. |
Cesare Pavese: The cats will know (en) |
giovedì 10 ottobre 2013
Rovere
domenica 6 ottobre 2013
Transizione: Giochi
Ieri abbiamo illustrato con quest’immagine la deprimente storia d’immigrazione, assurdamente presentata come un gioco per bambini. Ma non si può inventare niente di più assurdo che la vita reale. Quasi un centinaio di anni fa, tale immagine è stata già utilizzata per illustrare un vero gioco per bambini.
Guerra chimica. Gioco da tavolo sovietico per bambini, di A. V. Kuklin. Editore Statale, 1925
Vedi il nostro post sui primi giochi da tavolo sovietici per bambini
Vedi il nostro post sui primi giochi da tavolo sovietici per bambini
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sabato 5 ottobre 2013
Gioco
Karpatt, Un jeu (Un gioco). Dal CD Sur le quai (2011)
Maman m’a montré un jeu quand j’étais tout p’tit Tu vas voir c’est très marrant on va changer d’pays Chez nous c’est pas facile, notre cabane est en bois On va prendre un bateau y a pas d’place pour papa C’était très rigolo les gens jouaient à tomber dans l’eau Je sais qu’ils faisaient semblant, je l’sais j’suis pas idiot | Mamma mi ha mostrato un gioco, quando ero piccolo: vedrai com’è divertente, cambiamo paese la vita non è facile qui, la nostra capanna è di legno prenderemo una barca, non c’è posto per papà. È stato molto divertente, la gente giocava a cadere in acqua ma io sapevo che stavano fingendo, non sono stupido. |
Maman m’a montré un jeu quand j’avais mal au ventre Tu vas voir c’est très marrant on va jouer à attendre Quand on s’ra arrivé tu mangeras tout les jours On gagnera plein d’argent pour faire venir papa un jour De l’autre côté d’la mer, on a couru sur une plage Y avait les sirènes de police on s’est caché sous les branchages | Mamma mi ha mostrato un gioco, quando avevo mal di stomaco vedrai com’è divertente, giochiamo ad aspettare quando si arriva, mangerai ogni giorno guadagneremo un sacco di soldi per portare papà un giorno. Sull’altro lato del mare siamo corsi sulla spiaggia c’erano le sirene della polizia, ci siamo nascosti sotto gli alberi. |
Maman m’a montré un jeu faut s’trouver un abri Tu vas voir c’est très marrant on va camper la nuit Y avait plein d’gens comme nous qui jouaient à cache-cache On s’est fait une cabane dans un tuyau avec des vaches Et puis toute la journée on attendait près des feux rouges On lavait les voitures toutes les voitures avant qu’elles bougent | Mamma mi ha mostrato un gioco, dobbiamo trovare rifugio vedrai com’è divertente, campeggeremo di notte C’era molta gente come noi che giocava a nascondino, abbiamo fatto una capanna in un campo con le mucche. Poi aspettavamo tutt’il giorno al semaforo rosso, dovevamo lavare tutte le macchine prima che partissero. |
Maman m’a montré un jeu faut s’trouver d’l’argent Tu vas voir c’est très marrant faut tendre la main aux gens Elle rentrait pas souvent, elle travaillait le soir Elle se faisait très belle pour attendre sur un trottoir Moi j’aimais pas trop ça quand elle montait dans les voitures Avec des gars bizarres qui lui faisaient des égratignures | Mamma mi ha mostrato un gioco, dobbiamo trovare soldi vedrai com’è divertente, devi solo tener la mano alla gente lei tornò di rado, ha lavorato di notte si è fatta molto bella per aspettare su un marciapiede. Non mi piaceva quando si è seduta nelle macchine con ragazzi strani che le hanno fatto graffi. |
Maman m’a montré un jeu faut s’trouver des papiers Tu vas voir c’est très marrant on va jouer à s’cacher Les flics nous on trouvé ils ont cogné sur nos têtes Je savais bien qu’c’était qu’un jeu alors j’ai pas fait la mauviette J’ai pas pleuré quand on nous a attaché dans l’fond d’un avion J’ai compris qu’on avait gagné au grand jeu de l’immigration | Mamma mi ha mostrato un gioco, dobbiamo trovare carte vedrai com’è divertente, fino allora giochiamo a nascondino. I poliziotti ci hanno trovati, ci hanno urtato la testa. Sapevo che era solo un gioco, quindi devo persistere così non ho pianto quando ci hanno legato su un aereo, sapevo che avevamo vinto il grande gioco dell’immigrazione. |
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venerdì 4 ottobre 2013
Pomeriggio persiano
Una moschea all’ora di preghiera
La canzone che risuona fino al fondovalle
Le strade che si estendono
Il suono di passi frettolosi
Un uomo che passa come un ballerino nel suo ampio pantalone a pieghe
La grande porta aperta sul cortile, la piscina blu, la piccola cupola altrettanto blu, la pergola
Il suono dell’acqua, la voce del predicatore, le donne nelle loro vele stampate con fiori, la canzone delle cicale
Né parete, né mihrab orienta la preghiera, solo la sala aperta al cielo, alla valle, alle rocche, agli uccelli
Al sud
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