Tra l’Ucraina e la Romania il Tisza è la frontiera, al confine aperto solo recentemente un cartellone bilingue proclama: «Il Tisza, che ci collega.» Alla riva rumena, a Sighetu Marmației, l’ex Máramarossziget ungherese, dove i negozianti rumeno ancora volentieri passano all’ungherese per lo straniero, la via che prende il nome dell’ex ministro degli esteri rumeno Nicolae Titulescu, partendo dalla piazza principale, corre inaspettatamente contro il bordo: si vede che originalmente non era destinata a un talmente breve lasso. Cento metri e un ora dopo, sull’altra riva essa ci guida, ormai come вулиця Сігітська, Via Sighet, alla strada principale, lungo la quale nel limitrofo Tiszafejéregyháza (Біла Церква, Biserica Albă) i chassidim, tagliati dal Sighet nel 1920, hanno fondato un cimiterio che è diventato muto nel 1941, e alla statua del principe della Moldavia quattrocentesca Ștefan cel Mare, accanto al quale, all’angolo, sopra la macchina della banca Raiffeisen, ci appare, in una sola casa, l’iscrizione Ujpesti-út, Via di Újpest, certamente lasciata lì dal «mondo ungherese» tra il 1938 e il 1944. A scrittura-fantasma al suo meglio.
domenica 30 giugno 2013
Hapax legomenon
Tra l’Ucraina e la Romania il Tisza è la frontiera, al confine aperto solo recentemente un cartellone bilingue proclama: «Il Tisza, che ci collega.» Alla riva rumena, a Sighetu Marmației, l’ex Máramarossziget ungherese, dove i negozianti rumeno ancora volentieri passano all’ungherese per lo straniero, la via che prende il nome dell’ex ministro degli esteri rumeno Nicolae Titulescu, partendo dalla piazza principale, corre inaspettatamente contro il bordo: si vede che originalmente non era destinata a un talmente breve lasso. Cento metri e un ora dopo, sull’altra riva essa ci guida, ormai come вулиця Сігітська, Via Sighet, alla strada principale, lungo la quale nel limitrofo Tiszafejéregyháza (Біла Церква, Biserica Albă) i chassidim, tagliati dal Sighet nel 1920, hanno fondato un cimiterio che è diventato muto nel 1941, e alla statua del principe della Moldavia quattrocentesca Ștefan cel Mare, accanto al quale, all’angolo, sopra la macchina della banca Raiffeisen, ci appare, in una sola casa, l’iscrizione Ujpesti-út, Via di Újpest, certamente lasciata lì dal «mondo ungherese» tra il 1938 e il 1944. A scrittura-fantasma al suo meglio.
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