lunedì 4 marzo 2013

Non tagliare tutti gli alberi

Associazioni civili hanno organizzato sabato una manifestazione di protesta alla Riva Római (Riva Romana, chiamata così dall’antico insediamento romano di Aquincum che si estendeva qui) a nord di Budapest, dove il Danubio entra in città. Questa riva del Danubio, coperta di alberi, è un terreno d’alluvione naturale delle inondazioni annuali del fiume, ma negli ultimi venti anni sempre più investitori hanno costruito qui case, anzi alberghi illegalmente e con la tacita complicità del governo del distretto. Ora, come il presidente di quest’ultimo è diventato sindaco di Budapest, ha annunciato che un centinaio di milioni di euro di denaro pubblico verrà versato nella costruzione di una diga lungo tutta la Római per la protezione degli stessi investimenti illegalmente costruiti, che porterà a una distruzione totale di quest’ultima riva naturale all’interno della città.

Coloro che non conoscono la capitale ungherese, saranno probabilmente sorpresi di notare che in una città con un tanto grande fiume non vi sia quasi nessuna possibilità di avvicinarsi alla costa. Anche questo ultimo residuo è piuttosto trascurato, ma tuttavia, come tanti altri, io veramente amo la Római.
Qui si può camminare giù al Danubio, insegnare ai bambini a giocare a rimbalzello, cercare case vuote di lumache e conchiglie, fare camminare o nuotare il cane, andare in kayak o in canoa, incontrare gli amici, mangiare pesce fritto, ballare nei ristorante-giardini, avere una birra o un vino in un letto di sole giù sulla costa, nella notte guardare i riflessi delle barche illuminate, ascoltare il gruppo di Albert Márkos nel ristorante Fellini all’aperto, o per lo più solo guardare la grande, lenta acqua. Nello stesso tempo dentro e fuori la città, un intrattenimento facilmente accessibile, anche in una semplice serata feriale.
Un sacco di strutture ricreative, con le quali un fiume tanto potente arricchisce gli abitanti delle sue rive. Budapest ha sempre preso un uso molto povero di ciò che altre città, che gestiscono le loro doti naturali in un modo più intelligente, avrebbero avidamente sfruttato.

Ringraziamo alle diverse migliaia di persone che hanno indicato con la loro presenza che non vogliono che questo tratto di riva naturale popolare si trasformi come progettato dall’ufficio del sindaco, nell’interesse delle proprietà costruite sul terreno d’alluvione.


Letteratura sul tema, in ungherese, non esaustiva, e nela convinzione che la storia sia tutt’altro che finita:

– Pagina Facebook dell’evento Picnic per la Római, organizzato dall’Associazione Proteggere il Futuro, dal blog Città e Fiume, e dall’Associazione degli Architetti di Paesaggio Ungheresi
– La comunità che sostiene la sopravvivenza della riva naturale: Che rimanghino gli alberi alla Római!
– Un video del portale Index sulla dimostrazione (e contro-dimostrazione) del 2 di marzo
– Una sintesi nel blog Isole Danubiane delle dimostrazioni pro e contra la costruzione della diga
– «Un tronco galleggiante può distruggere la diga» – un articolo al NOL sui problemi della diga prevista
– Articolo di Sándor Bardóczi Requiem per la Római nel Foro di Architetti
– Un commentario sulla conferenza stampa del sindaco István Tarlós, ancora una volta da Sándor Bardóczi


Aggiornamento: Sviluppi recenti al sito dell’Associazione Proteggere il Futuro – il sindaco, tre giorni dopo (!) aver portato la decisione sulla costruzione della diga, ha promesso di far preparare gli studi impatto che finora completamente mancavano. Credo che questo passo è stato influenzato dagli abitanti di Budapest convocati dalle organizzazioni civili.

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