martedì 24 marzo 2015

Ceci n’est pas une pipe

…ceci est une korn.

“Bretagna. La pipa è buona solo se brucia bene.”. Collection Villard, Quimper. Timbro 5. 7. 1910

Le lingue celtiche raggiunsero la loro massima estensione geografica non nell’antichità, prima della conquista romana, ma, come lo scrive Peter Burke, nell’età delle grandi scoperte. All’inizio del Cinquecento nelle navi inglesi e francesi sull’Atlantico servivano principalmente marinai dalle coste celtiche, da Galles e Bretagna, e quindi il gallese e bretone erano la lingua franca dei marinai nella parte settentrionale dell’oceano, dalla Manica alle Caraibi.

I marinai bretoni raggiunsero sotto la bandiera francese anche la costa brasiliana, e hanno portato per la prima volta il tabacco nell’Europa, insieme con il suo originale nome indiano: betum. La parola fu trasferita dal bretone anche al francese: pétun, pétuner, ʻtabacco, fumare’. Tuttavia è diventata arcaica, e oggi solo la lingua bretone conserva l’originale parola indiana: butun, butunad. La parola tabacco e le sue variazioni nelle lingue europee moderne, che gli etimologisti spagnoli del Rinascimento volevano derivare dalle lingue indiane caraibiche, venne in realtà già nel Quattrocento dall’arabo medievale tabbaq, ʻerba medica’, e quindi raggiunse l’America per il percorso inverso. Come lo scrive Nicolás Monardes nel suo Joyful Newes Oute of the Newe Founde Worlde, tradotto in inglese da John Frampton nel 1577:

«Many haue giuen it [tobacco] the name, Petum, whiche is in deede the proper name of the Hearbe, as they whiche haue traueiled that countrey can tell.»

«Molti chiamano [il tabacco] petum, che è in realtà il nome originale di quest’erba, come chiunque lo può dire, che ha già viaggiato in quel continente.»


L’uso del tabacco è documentato per la prima volta nel 1525 nella Bretagna, e in tutta l’Europa. La prima manifattura di tabacco fu fondata qui, nel porto di Morlaix, dove le foglie di tabacco, importate dal nuovo continente e usate come erba medicinale, erano essiccate, e poi attorcigliate in bastoni a forma di carota – carotte, nel bretone karot. La «carota», che è ancora visible nelle insegne dei negozi di tabacco nella Bretagna, poi era tagliato con il coltello a necessità per la pipa o per essere masticata. La pipa era fatta originalmente dal corno di pecora, ed era chiamata in bretone korn per la sua forma di cono (cornet).

«Non ti disturbo?» – «No.» – «Passami per favore la mia carota di tobacco [tabac en carotte], lasciami riempirmi la pipa.» Donna fumante a Morlaix. Artaud et Nozais, Nantes

Mentre in molte parti dell’Europa del Rinascimento e Barocco il fumare fu «genderizzato», diventando un passatempo maschio, nella Bretagna rimase il mezzo per dissipare la stanchezza e la fame per tutt’e due generi, come nella sua patria originaria. I fotografi francesi, che alla fine dell’Ottocento percorrevano il paese per fare delle foto etnografiche, erano stupefatti alla vista delle vecchie bretoni che fumavano la pipa, e che quindi sono diventate figure di tipi per le serie di cartoline La Brettagne Pittoresque o Types Bretons. Una bella selezione di esse è stata pubblicata da philaevrard dalla sua collezione al foro Cparama, dedicato alle vecchie cartoline francesi.


Klervi Rivière – Marie-Aline Lagadic: Labousig ar hoad. Una gwerz – ballada – in lingua bretone su un marinaio che invita una ragazza a passare a nave insieme a lui nell’Inghilterra, ma la ragazza dice di no. Dal CD Femmes de Bretagne (Le donne della Bretagna, 1996).

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Le cartoline con luogo identificabile sulla mappa della Bretagna

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