mercoledì 6 aprile 2016

Ho ricevuto una poesia


la notte scorsa, a quest’immagine della moschea di Shusha postata su Facebook. Voglio dire, non io, ma essa. Una sconosciuta lettrice inglese, akousmata l’ha scritto quando ha condiviso l’immagine. E poche ore dopo l’ha completato con un’altra strofa. Non so se abbia letto il post stesso, ma la poesia quadra molto bene alla storia e alla bellezza sognante della moschea, accogliente come il grembo materno.

its raining outside.
theres an enemy in the garden.
inside, silent. just our breaths.
inside our temple, light.
I have bread for you, hidden from the storm
its still raining outside.
theres an enemy in the garden still.
inside, you and me. we walk, naked, towards the glass.
the enemy becomes blind, deaf and mute and lost.
inside our temple, I cover with clothes your nakedness, and likewise.
we are sister and brother

L’ultima volta è stato dieci anni fa che ho ricevuto una poesia a un’immagine del blog, da Wang Wei. Sembra un tempo lungo, ma ispirare una buona poesia ogni dieci anni non è una mala razione. Sto aspettando la prossima.

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