venerdì 29 agosto 2014

Cartoline rosa 1.

Queste lettere, che ora cominciamo a pubblicare, si susseguivano per molti anni. Anche noi le vogliamo pubblicare durante lo stesso periodo, ciascuna di esse esattamente cento anni dopo che è stata inviata.

Facciamo prima conoscienza (almeno superficialmente) della destinataria e del mittente di queste lettere.

La ragazza, Antonia Zajac è nata nel 1896 in un villaggio della Galizia occidentale, Cieklin, nella valle del Dunajec.
I suoi antenati provenivano da una nobile famiglia, che poco a poco ha perso tutte le loro ricchezze in divertimenti e sulle carte. Suo padre, che non ha potuto sopportare di lavorare come dipendente nel loro proprio terreno di una volta, ha scelto l’emigrazione in America invece della costante vergogna.
Dalla loro terra nativa la via più semplice pareva di partire da un porto dell’Adriatico, che era utilizzato per l’emigrazione a scala grande dai cittadini della Monarchia. Tuttavia, arivati a Budapest, il padre è morto, e la madre con quattro figli era intrappolata nella città straniera e apparentemente senza speranze. Ma Óbuda – il sobborgo settentrionale di Buda, metà agricolo e metà industriale, che si unirà a Budapest nel 1873 – non ha abbandonato gli orfani, come ha provveduto a molte altre famiglie senza patria. Ha anche preso sotto le sue ali protettive i figli e le figlie di ungheresi, tedeschi, ebrei, slavi e tutti gli altri gruppi etnici, che erano legati insieme dalla povertà e dall’instinto comune di rimanere a galla.
Il figlio maggiore, Feri, divenne assistente tappezziere. Fra le sue tre sorelle più giovani Antónia (una dei protagonisti della nostra storia) era impiegata in una passamaneria, mentre Vera e Manci hanno ricevuto lavoro nella rinomata fabbrica tessile locale Goldberger, la Goli, come era comunemente chiamata.


L’altro protagonista della nostra storia, Károly Timó (nato Szedlák) è nato nel 1892 come figlio di una fanciulla, Katalin Szedlák, e fu adottato da un calzolaio di buon cuore di Óbuda, che non aveva figli, Ferenc Timó e sua moglie, nata Anna Hautschild.

Károly Timó è cresciuto a Óbuda, e dopo la scuola elementare è diventato un apprendista, e poi assistente passamantiere. La bottega del suo maestro Bernát Reiner era nel quartiere di Terézváros, in una delle ancora nuove case della Kleine Johannes Gasse (dopo via János Kis, via Piroska Szalmás, e ora via László Németh). Il giovane ragazzo aveva una lunga strada per raggiungere la bottega. Il tram era ingombrante e costoso, così ogni mattina ha attraversato il Danubio con il propeller, e poi ha camminato tre quarti d’ora attraverso i quartieri Angyalföld e Erzsébetváros.

Ma i brevi week-ends erano riservati per la vita privata. La loro residenza comune a Óbuda, e la professione comune hanno portato i giovani vicini l’uno all’altra. Aggrapparsi insieme, fondare una famiglia, significava anche un’opportunità di far fronte alle difficoltà della vita.

Questa foto della delicata ragazza polacca con gli occhi sognanti è un documento di un rapporto in erba, di un flirt modesto.


«Il 29 ottobre 1913. In memoria a Károly T., da Antónia Z.»

I suoi occhi sono blu chiaro, come lo suggeriscono ancora i tratti sbiaditi. La parte inferiore della fotografia, macchiata di grasso e leggermente sfilacciata, indica che il proprietario ha portato con sé il ritratto datogli per lungo tempo.

Le foto di studio della giovane coppia già suggeriscono una relazione seria, e un matrimonio progettato per il prossimo futuro.


Ma come sappiamo, tutto fu esaminato e soppesato. La macchia fu inviata. Con ottimismo, con la promessa della stretta vittoria. Fino a quando le foglie cadono…

La prima cartolina rosa



Nome del mittente: Károly Timó
Indirizzo: All’Egregia Signorina Antónia Zajác
III. distretto, via Kis Korona 52.
Budapest

il 28 [di Agosto 1914]

Mio caro figlio [nota la tipica forma d’indirizzo di mariti e fidanzati alle loro donne a cavallo del secolo!]
Ti scrivo queste poche righe mentre friggo la pancetta a Szerencs nella mattina. Che ne dici di questa sorpresa! Avevo pensato che ancora il 10 [di settembre] sarò a Budapest. Il viaggio è abbastanza piacevole, anche se procediamo molto lento. Ho dormito a Miskolc, ora vado a Sátoraljaújhely, e di lì a Mezőlaborc [nel 2014, Medzilaborce, Slovacchia]. Durante il viaggio avremo pasto caldo, perché si cucina per noi. Per alcuni 3-4 giorni faremo bene, e poi cominceremo a giocare soldati. Ti abbraccio e bacio
Károly

Saluti a tua madre e sorelle, e a miei genitori


[La prima cartolina è stata scritta durante il viaggio al fronte. Un bel giocar sodato in vista!]

Cartolina successiva: 25 settembre 1914

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